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Il Natale a Conegliano si tinge di giallo blu

La serata degli Auguri, il 12 Dicembre scorso, é stata particolarmente significativa per il Club di Conegliano che ha visto la consegna dell’ambito riconoscimento Melvin Jones a due soci davvero meritevoli: Silvano Armellin e Alfredo Longhetto.
Due soci particolarmente impegnati a dar lustro al Club per il loro operato: Silvano si adopera costantemente alla salvaguardia e promozione del Filo della Storia, opera che l’ha impegnato in prima persona anche durante le prime fasi di installazione di questo che é un tragitto tra i siti culturali e turistici della città di Conegliano; Alfredo, tutti gli anni, coordina il team di medici specialisti con le varie strutture scolastiche del Comune per  il Progetto Martinache consiste nel realizzare una serie di incontri con i giovani per renderli coscienti sugli effetti di sbagliati stili di vita e della possibile e precoce diagnostica dei più diffusi tumori giovanili.
Il Club é immensamente riconoscente ai due soci per il loro impegno e per il loro contagioso spirito Lionistico.
Ma non é tutto: durante il Concerto di Natale, offerto dal Club presso il Duomo di Conegliano e patrocinato dall’amministrazione comunale, il 17 Dicembre, altre due onorificenze Melvin Jones Fellowship sono state assegnate a due persone che per il loro impegno si sono mostrate capaci di prodigarsi per il bene del Territorio e della Comunità: il Presidente del Coro Castel Renato Cais e il Dottor Toni Battistella, Vice Direttore del Coro e socio del Lions Club stesso.
Il loro faticoso operato, negli anni, li ha visti molto impegnati nella diffusione, attraverso il canto corale, dello spirito di collaborazione tra le genti: la loro musica commuove, ispira e trascina al più elevato tra gli applausi.

Insomma, quest’anno, Conegliano vanta ben quattro persone meritevoli dell’ambito riconoscimento: la sua bandiera si tinge di un giallo e di un blu ancora più accesi a cui si unisce il plauso dei Soci tutti che da ciò traggono operoso esempio.

L.C. Conegliano compie 60 anni di storia – 60º Charter Night

Erano gli anni ‘50 ed anche a Conegliano si respirava l’euforia dell’industrializzazione che, mentre da un lato creava occupazione, dall’altro richiamava un gran numero di persone a cui andavano beni e servizi adeguati.

È in questo contesto, quando ancora si parlava poco di Lionismo in Italia, che un gruppo di stimati amici, il 18 luglio del 1956, vide sancita l’omologazione del Lions Club di Conegliano.

Da allora, ad oggi, sono passati sessant’anni ricchi di numerose iniziative con la partecipazione attiva da parte di tutti i soci ai service e ai momenti più significativi della vita di Club.

La ricorrenza della Charter Night del 60º anniversario, celebrata il 22 novembre scorso, ha visto la partecipazione del DG Gianni Dovier con il CT Stefano Ianiro e con la Presidente di Zona G Onella Fregonas Bazzichetto i quali hanno potuto constatare il palpabile e orgoglioso senso di appartenenza al nostro Club, ora guidato dal Presidente Alberto Maniero.

Una commossa rievocazione degli ultimi 10 anni, carichi del bagaglio storico dei precedenti 50, ad opera dei soci Silvano Armellin e Luca Aggio, ha mostrato come si è evoluto il concetto di service nel tempo e come il patrimonio di vita associativa, fin qui vissuta, sia da tramandare con giustificato orgoglio ai nuovi soci e a quanti vorranno aderire al nostro Sodalizio.”

Raccolta occhiali usati promossa dal Lions Club Conegliano

Domenica 19 aprile dalle 10 alle 18 alla base della Gradinata degli Alpini

Domenica 19 aprile dalle 10 alle 18 alla base della Gradinata degli Alpini, si svolgerà l’annuale raccolta di occhiali usati promossa dal Lions International , e sostenuta dal Lions club cittadino . Il Lions è da decenni impegnato nella lotta alla cecità , su scala nazionale e internazionale . Gli occhiali raccolti vengono rigenerati , classificati e donati alle Associazioni a livello Internazionale che provvedono alle assegnazioni . E’ un progetto che in questi anni ha raccolto solo a Conegliano circa 15.000 occhiali, spiega il presidente Silvano Armellin .

l’invito a tutti coloro che hanno occhiali non più utilizzati di fare un gesto concreto e portarli al centro raccolta domenica 19 aprile .

Serata con Piero Benvenuti – “Terremoto cosmico – Onde gravitazionali rivelate dai nuovi sismografi.”

Definire come un grande successo, l’evento del 21 febbraio scorso avvenuto ad opera del L.C. di Conegliano assieme ai 5 Club della zona G, Conegliano, Vittorio Veneto, Susegana, Pieve di Soligo e Oderzo, è semplicemente riduttivo.

La conviviale, con il relatore davvero eccezionale come Piero Benvenuti, responsabile del Dipartimento di Astronomia Università degli Studi di Padova, ha visto una notevole partecipazione di Soci e simpatizzanti: ben superate le 100 presenze a tavola e fatte le “ore piccole” tanto l’entusiasmo è stato contagioso.

Le presenze illustri come i vari presidenti di Club, assieme alla Sig.ra Onella Fregonas Bazzichetto, presidente di Zona G, e come il Secondo Vice Governatore Angelo della Porta, si sono mescolate e felicemente trovate a fianco, a fianco con le autorità del Club Soroptimis di Conegliano -Vittorio Veneto, del Panathlon di Vittorio V. e del Rotary Treviso Piave.

Un interclub all’insegna della Cultura e dell’Amicizia.

Tema della serata: Terremoto cosmico – Onde gravitazionali rivelate dai nuovi sismografi.

Il socio Piero Benvenuti del Club di Conegliano, di cui il Presidente Albero Maniero ha fatto gli onori di casa, ha spiegato al pubblico come la scoperta, o meglio, la conferma dell’esistenza di tali onde gravitazionali, già ipotizzate da Albert Einstein, possa aprire nuovi orizzonti nello studio della nostra evoluzione e dei movimenti cosmici avvenuti nel tempo fino a molti milioni di anni fa.

Si è aperta, così, una nuova finestra sull’Universo.

La soddisfazione generale per il successo della serata e per la presenza dei vari Club la si leggeva chiaramente sui volti di tutti i presenti: gli ospiti, infatti, hanno continuato a conversare tra loro a lungo, per poi salutarsi gli uni gli altri come si è soliti tra vecchi amici a dimostrazione che una sorta di apertura, come questa, tra le diverse “Insegne” può portare solo buoni frutti.

I Vivarini

Conegliano, Palazzo Sarcinelli, 20 febbraio - 5 giugno 2016
mostra a cura di Giandomenico Romanelli

La bottega dei Vivarini è senza alcun dubbio uno dei pilastri portanti della pittura veneziana e veneta tra la metà del Quattrocento e i primissimi anni del secolo successivo. Essa prende il nome, come è noto, dalla famiglia di artigiani e artisti operante nell'isola di Murano soprattutto nel ramo del vetro e delle vetrate ma ricca di esperienze e impegni anche nel settore della decorazione, del mosaico e della pittura.
Gli esponenti che diedero vita e celebrità a questo atelier di stampo familiare ma ricco di seguaci e collaboratori, furono Antonio e il fratello Bartolomeo e il figlio di Antonio, Alvise. Tra il 1440 e per circa un decennio, al capo dell'atelier, Antonio, fu associato il cognato Giovanni di Alemagna, figura di artista ancora oggi non del tutto messa in luce nelle sue competenze e caratteristiche a fianco di Antonio, assieme al quale, per altro, firma una serie di polittici di importanza assai rilevante. Alcuni ritengono che Giovanni abbia curato soprattutto la parte decorativa, lasciando ad Antonio le parti più propriamente pittoriche.
Condivisa inizialmente la caratterizzazione tardo gotica dell'ultimo Trecento veneziano, internazionale e cortese, Antonio Vivarini mostra di essere sensibile alle sollecitazioni toscane e lombarde portate nel veneto da artisti (come Masolino, Lippi, Del Castagno...) aggiornate sulle più recenti ricerche avviate da un incipiente rinascimento ancora sommesso e 'umbratile' (Longhi) ma certo anticipatore della rivoluzione in atto nei centri maggiormente toccati dal nuovo clima.
Nè si può in alcun modo sottovalutare il ruolo giocato dagli artisti attivi a Padova, a iniziare dal grande Donatello. Qui, attorno alla figura atipica e seducente di Squarcione e alla sua vivacissima
cerchia, furono chiamati anche Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna che si trovarono a lavorare accanto a Mantegna, condividendone la passione antiquariale e archeologica che lascerà profonde tracce nella produzione dell'intero atelier.
Antonello da Messina e la pittura nordica e fiamminga costituirono l'altro irrinunciabile caposaldo nella cultura dei Vivarini dove soprattutto Bartolomeo mostra di accogliere suggestioni e indicazioni da un certo realismo a tratti quasi 'espressionista' nei bei volti segnati e scavati dei suoi santi così come in una natura dalle cromie laccate e iridescenti. Il più giovane Alvise, infine, mostra una particolare attenzione all'evoluzione dei linguaggi pittorici veneti a fine secolo e all'esordio del nuovo: da Giovanni Bellini a Carpaccio, da Basaiti addirittura a Giorgione.
La mostra, la prima in assoluto e da sempre dedicata ai Vivarini, intende segnare il percorso artistico di questa straordinaria 'bottega', dagli esordi ancora tardo gotici ai suoi esiti più propriamente umanistico-rinascimentali, attraverso una selezione di opere che consenta di apprezzare l'apporto specifico e inconfondibile del loro lavoro al più vasto universo del primo rinascimento veneziano e veneto, portando opere che possono essere considerate in qualche misura i 'fossili guida' del loro itinerario culturale e d'arte, sia in ciò che essi ebbero a condividere con gli artisti del loro tempo (i Bellini su tutti) sia in ciò per cui essi si distinguono nella loro preziosa rêverie da altre strade e altri filoni pittorici.
Particolare attenzione sarà riservata alla disseminazione delle loro opere su un territorio che è essenzialmente veneto (e si proporranno anche questa volta adeguati percorsi di scoperta e ri-scoperta di opere vivariniane e di loro seguaci sparse sul territorio del coneglianese e della Marca); ma che giunge a toccare le terre adriatiche e, con una presenza massiccia, il meridione d'Italia e, in particolare, la Puglia.

BIBLIOGRAFIA
Rodolfo Pallucchini, I Vivarini (Antonio, Bartolomeo, Alvise), Neri Pozza, Venezia, (1961).
John Steer, Alvise Vivarini. His art and influence, Cambridge University Press, Cambridge, 1982.
I.R. Holgate, The Vivarini Workshop and his Patrons, ca.1430-ca.1450, University of St. Andrews, 1999
I.R. Holgate, Santa Monica, Venice and the Vivarini in Art and the Augustinian Order in early Renaissance Italy, ed. Louise Bourdua and Anne Dunlop, Ashgate, Burlington USA, pp.163-181 (TEO C 2183)
I. Holgate, Due pale d'altare di Antonio Vivarini e Giovanni d'Alemagna: le commissioni per San Moisè e San Pantalon, "Arte Veneta" 57, 2000, pp. 80-91